ll Monferrato
e le dolci colline di Aleramo
Storia, colline, cultura, vigneti, natura. È il Monferrato, una terra ricca di suggestioni e di bellezza racchiusa tra due fiumi, il Po e il Tanaro. Si narra che fu la ricompensa che ricevette il coraggioso e giovane Aleramo dall’imperatore Ottone I, intorno al 950, dopo una cavalcata durata tre giorni e tre notti. Da qui, leggenda vuole anche il nome: Aleramo utilizzò un mattone per ferrare i cavalli, in dialetto «mun», che unito a «frà», ferrare, diede il nome al Monferrato.
È un su e giù di campi, vigne, prati, uliveti e boschi. Le colline qui diventano più dolci, punteggiate di affascinanti borghi, castelli medievali, antiche torri di avvistamento e chiesette romaniche. Le vigne custodiscono un patrimonio prezioso e storico di “casot”, una tipica costruzione in mattoni rossi e tufo che veniva utilizzata dai contadini per riparare gli attrezzi da lavoro o riposarsi dalle fatiche nelle ore più calde della giornata. Quel che affascina del Monferrato è anche il suo carattere un poco selvaggio dove la biodiversità è un valore: il bosco si alterna al coltivo. Da settembre a dicembre, nei boschi monferrini, si raccoglie il pregiato Tuber Magnatum Pico, il tartufo bianco. Da secoli, il Monferrato è un’area vocata alla coltivazione della vite: i suoi terreni, ricchi di minerali e sostanze organiche, nascono dall’antico fondale marino che tra 5,5 e 3 milioni di anni fa, ricopriva queste colline. Molte le varietà di vitigni autoctoni coltivati: il Ruché, la Barbera, il Nebbiolo, il Grignolino.